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La situazione gas in Italia ed Europa

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La situazione gas in Italia ed Europa

La Russia ha interrotto le forniture di gas all’Europa

Il 31 Agosto il gigante russo Gazprom ha chiuso i rubinetti di Nord Stream 1 per attività di manutenzione, ma il prezzo del gas ha chiuso in calo (240 € al megawattora) perché gli obiettivi di stoccaggio sono stati pienamente raggiunti. Nell’UE intanto si sta già lavorando su questa emergenza: il 9 Settembre è fissato il Consiglio dei Ministri dell’Energia e il Governo italiano, confortato dall’apertura da parte della Germania, confida che verrà presto stabilito un price cap.

L’UE ha già raggiunto gli obiettivi di stoccaggio gas di Novembre

Il target è stato raggiunto con due mesi di anticipo. Il 28 Agosto il livello di riempimento delle riserve di gas italiane era già al 79,94%, appena sotto l’80% stabilito da Bruxelles con il piano Repower EU di Maggio, e oggi è all’81,7% pari a 158 TWh. Insieme all’Italia anche Germania (83%) e Francia (91%) hanno già onorato gli obiettivi di stoccaggio, seguiti dall’Olanda (76%), e in coda da Austria (65%) e Ungheria (62%). I consumi invernali potrebbero essere gestibili senza razionamenti, naturalmente se le forniture attese arriveranno e se un inverno più rigido non aumenterà i consumi.

Il piano gas dell’Italia

Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani prevede un inverno sicuro, senza razionamenti. Il Governo ha blindato la sicurezza energetica nazionale, quindi vedremo l’uscita dal tunnel della dipendenza energetica da Mosca già nella seconda metà del 2024. Ecco che cosa prevede il piano. Dal secondo semestre 2022 potremo contare su forniture di gas via pipeline per 7,5 miliardi di metri cubi (bcm) dall’Algeria, più 1,5 bcm che arriveranno via TAP dall’Azerbaijan. Le nuove forniture saliranno poi a 8,9 bcm nel 2023, e a regime fino a 12 bcm nel 2024 e 2025 comprendendo anche un aumento della produzione nazionale. Altri metri cubi di gas dovrebbero arrivare come gas naturale liquido (Gnl) ai 3 rigassificatori nazionali da Repubblica del Congo, Angola, Qatar ed Egitto senza contare i contratti ancora in discussione con Nigeria, Mozambico, Libia e Indonesia. Il piano gas italiano prevede anche il risparmio per tagliare il 7% dei consumi, pari a 55 bcm, senza toccare il comparto industriale.

Apertura UE su price cap

La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha richiamato misure di emergenza e riforme strutturali per affrontare lo stop del gas russo. Finalmente si sta facendo strada la possibile introduzione di un tetto temporaneo (price cap) al prezzo del gas simile a quello di Spagna e Portogallo, come già proposto da Mario Draghi all’ultimo consiglio europeo. A questa misura si uniscono l’opzione di uno sganciamento (decoupling) dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas sui mercati all’ingrosso, la diversificazione dei fornitori e la riduzione del fabbisogno di gas importato, per cui si chiede agli Stati membri anche di diminuire i consumi del 15% e di accelerare la transizione verso fonti energetiche green. La Commissione Europea entro pochissimi giorni presenterà una proposta, che verrà discussa al consiglio straordinario dei Ministri dell’Energia il 9 Settembre a Bruxelles.

Perché il prezzo del carbone non sta crescendo come quello del gas

Le restrizioni imposte dall’Europa all’energia russa stanno aumentando la concorrenza per il carbone, e la competitività sul mercato è una delle leve che mantengono contenuti i prezzi. La Cina soprattutto teme le conseguenze delle restrizioni europee sui suoi principali fornitori di carbone, come l’Indonesia. Per questo, e per evitare che si ripetano le interruzioni di corrente del 2021, la Cina si sta avviando a sciogliere il blocco del carbone australiano in vigore da ormai due anni.

2 Settembre 2022 Share